PIACENZA

“Tener conto delle esigenze dei territori
e dare più peso alla produzione nella filiera”

PIACENZA – Si è parlato della nuova Pac e del nuovo Psr di cui sono già stati emanati i primi bandi e molti lo saranno nell’anno in corso nell’assemblea provinciale della Cia di Piacenza che si è svolta presso la “Corte Faggiola” a Gariga di Podenzano cui hanno preso parti esperti della Cia regionale, il presidente Cia Emilia Romagna, Stefano Francia e Debora Veneziani del Condifesa Piacenza.

Dopo il saluto ai numerosi soci presenti da parte del presidente provinciale Fabio Girometta, ha preso la parola Fulvio Orsini, referente Caa Cia Emilia Romagna che ha delineato le principali caratteristiche della nuova Pac, dai titoli, al sostegno al reddito, ai giovani, fino alle novità degli Eco-schemi ed Agricat, auspicando nella predisposizione delle domande “un taglio sartoriale commisurato per le singole aziende”.

Caterina Venturi, referente Psr Cia Emilia Romagna, ha detto che sono stati già pubblicati i primi bandi. “Molti obiettivi – ha sostenuto – rimangono gli stessi, ci sono maggiori disponibilità per i giovani, novità agro-ambientali ed ora anche meno autonomia per le modifiche, anche se è ancora la Regione a gestire i bandi”.
Per il 2023 sono:

  • produzione integrata;
  • tecniche lavorazione ridotta dei suoli;
  • apporto di sostanza organica nei suoli;
  • conversione seminativi a prati e pascoli;
  • gestione prati e pascoli permanenti;
  • impegni specifici per la riduzione delle emissioni di ammoniaca di origine zootecnica e agricola;
  • allevatori e agricoltori custodi dell’agro-biodiversità;
  • riduzione dell’impatto dell’uso di prodotti fitosanitari;
  • ritiro seminativi dalla produzione;
  • pagamento al fine di adottare e mantenere pratiche e metodi di produzione biologica.

Debora Veneziani di Condifesa Piacenza, oltre al Piano assicurativo previsto per il 2023, ha spiegato in cosa consiste Agricat, ovvero “ un nuovo strumento che partirà con la nuova programmazione Pac 2023-2027. Punta a intervenire per coprire danni da gelo e brina, alluvione e siccità, vista anche l’offerta non sufficiente, per alcune aree e colture, di polizze assicurative. Con il nuovo Fondo, 700mila imprese saranno coperte, quelle che beneficiano dei pagamenti diretti Pac.

Ogni agricoltore che a maggio 2023 presenterà la domanda unica per la Pac, prenderà atto che una quota pari al 3% dei pagamenti diretti che dovrebbe ricevere sarà prelevata per contribuire al Fondo AgriCat. In cambio di una copertura di Stato per i rischi catastrofali. Resta fermo, però tutto quello che già era previsto in fatto di gestione del rischio, quindi polizze agevolate, fondi, fondi mutualità danni e reddito, il sistema riassicurativo, pubblico e privato”.

Le conclusioni sono state affidate al Presidente regionale Stefano Francia. “Come Cia – ha detto – abbiamo lavorato per un adeguato mantenimento delle risorse della Pac ed era fondamentale raccogliere le esigenze dei territori. Siamo perciò abbastanza soddisfatti, ma ci sono alcune norme di complessa applicazione. Saremo attenti affinché la Regione rispetti le esigenze delle imprese, comprese quelle sulle norme ambientali sulle quali noi siamo già stati precursori (produzioni lotta integrata) già da quasi 40 anni.

È essenziale facilitare l’inserimento dei giovani perché rappresentano la continuità delle imprese la cui presenza è fondamentale come presidio ambientale dei territori, soprattutto di quelli collinari e montani. Ma quello che conta è che, oltre alle misure della Pac, la produzione primaria possa assumere un ruolo ed un peso diverso all’interno delle filiere produttive per garantire redditi adeguati.

Anche Agricat è uno strumento importante per la gestione del rischio che, tuttavia, deve affiancarsi ad una maggiore sensibilità assicurativa con le tradizionali polizze multirischio che sono sempre più importanti a fronte dei cambiamenti climatici”.

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